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Trieste: viaggio in una delle città più ambite d’Italia
Non so voi, ma di Trieste ho sempre ricevuto opinioni contrastanti: dai “è bellissima” ai “non mi è piaciuta per niente“, mi è stato chiaro fin da subito che è una di quelle città che si ama o si odia, la via di mezzo non è perseguibile.
Quindi quando è stato il momento di organizzare il viaggio estivo 2020 obbligatoriamente in Italia, Trieste è stato uno dei primi pensieri, insieme a Venezia, mai così deserta e ammiccante come quest’anno!
Proprio da Venezia siamo giunti a Trieste in treno, intorno alle 12.30 di un caldo giovedì di agosto, a cavallo di un rampante e silenzioso Freccia Rossa (abbiamo acquistato i biglietti dell’area silenzio standard, novità dell’anno), la prima meta è stato il pranzo, consumato nel delizioso Genuino: un concept fastfood con sopratutto opzioni vegane e vegetariane (ma non solo), con prezzi onesti e prodotti di primissima qualità, ci è piaciuto talmente tanto che siamo tornati anche per il pranzo successivo.
Una volta fatto in check-in nel micro-appartamento affittato in pieno centro (i 27mq organizzati meglio che abbia mai visto), partiamo alla scoperta della città, consapevoli di avere solo un pomeriggio a disposizione, perchè all’indomani il castello di Miramare e la Grotta Gigante ci avrebbero riempito la giornata.
La prima meta ovviamente è stata Piazza Unità d’Italia, distante pochissimi minuti dal nostro appartamento. Sapevo che mi sarebbe piaciuta, le grandi piazze mi colpiscono sempre, ma questa ha la particolarità di aprirsi sul mare, il che la rende ancora più bella e indimenticabile; l’elemento che spiazza di più è lo stile stesso degli edifici, che pare un mix tra austro-ungarico e veneziano, un mix letale per gli occhi che non riescono a smettere di osservare i centinaia di migliaia dettagli su essi scolpiti. Anche la fontana posta di fronte alla torre campanaria del Comune (arricchita dagli splendidi mori che battono tutte le ore delle giornate triestine) è spettacolare: si chiama la fontana dei quattro continenti, risale alla metà del 1700 ed è stata costruita per “festeggiare” il porto di Trieste, ai tempi protagonista di fortunati scambi nazionali e internazionali, con le statue intorno alla montagna di rocce che rievocano i quattro continenti ai tempi conosciuti e la donna sulla cima a rappresentare Trieste stessa, forte e orgogliosa. Seguendo il suo sguardo osserviamo il golfo di Trieste, che si apre dinanzi a noi, con il Molo Audace che ci accompagna al suo interno: 246mt di brezza marina e bora.
Salutiamo il mare, portandoci oltre Piazza Unità e prendendo via del Teatro Romano (che già spoilera la nostra meta): il Teatro Romano per l’appunto, tornato in superficie grazie agli scavi di inizio 1800. Grazie alle iscrizioni incise sulla pietra si è capito che il teatro risale all’epoca di Traiano, intorno alla seconda metà del I secolo, età che si porta molto bene addosso, viste le condizioni (a mio punto di vista) straordinarie.
Il teatro poggia le sue mura sul colle San Giusto, apice della città e nostra prossima meta, che raggiungiamo grazie all’aiuto del parcheggio sotterraneo, attraversando un lungo ed eclettico corridoio, che ci porta ad un’ascensore che finisce sulla cima del colle (ovviamente è raggiungibile anche a piedi); il parcheggio si trova proprio alla destra del teatro romano, se ci si parcheggia l’auto, l’ascensore è accessibile sia per salire che per scendere, altrimenti solo per la salita, poi la discesa va fatta seguendo la strada del colle (cosa che consiglio vivamente).
Il colle è un monumento vivente (oltre che il vero e proprio centro storico di Trieste), ci sono i segni del passaggio dell’uomo a partire dall’epoca romana fino al secondo dopoguerra; è un’emozione passeggiare tra i resti delle colonne della grande Basilica che i romani eressero in questa posizione privilegiata, con il maestoso Castello San Giusto (risalente alle seconda metà del 1400), epicentro strategico prima e caserma/prigione poi, oltre alla Basilica di San Giusto, eretta dove un tempo c’era un tempio pagano Romano (con i resti ancora visibili sotto ad essa) e costruita fondendo due chiese intorno al 1300, motivo della sua forma bizzarra e tozza, con la statua di San Giusto che ancora controlla e veglia sulla città. Sulla piazza risalta anche un monumento più recente (1931), anche se scolpito in stile molto classico: il monumento ai Caduti, raffigurante quattro figure maschili che trasportano un compagno morente, con uno di loro li protegge con uno scudo. Ho amato questa scultura per le emozioni forti che sa trasmettere, come tutto il colle, che in pochi minuti ti racconta secoli e secoli di storia umana.
Scendendo proprio dal monumento ai caduti, si passa attraverso il Parco della Rimembranza, dedicato alla memoria dei caduti a tutte le guerre, con ritagli di pietra carsica esplicanti i nomi dei caduti appoggiati tra fiori e foglie; il parco è in dislivello essendo posizionato lungo il colle, e finisce sulla strada asfaltata che ti riporta in città, grazie anche alla bellissima scala dei giganti, opera recente (inizi 1900) e necessaria dopo la costruzione di una galleria che univa due quartieri di Trieste. Si tratta di una scala dalle forme neoclassiche e accattivanti, arricchita da giochi d’acqua su ambo i lati, che ti riporta al caos e al traffico cittadino, dopo aver goduto della pace e della vista sul colle (adesso avete capito perchè consiglio la discesa a piedi e non con l’ascensore?).
Resta giusto il tempo di sorseggiare uno spritz lungo il Canal Grande di Trieste (poco a nord di Piazza Unità), ammirando il magnifico Tempio serbo-ortodosso risalente al ‘700 per poi tornare al nostro adorabile micro appartamento per dedicarci alla cena e al riposo.
Dopo cena però si riparte, le città al calar del sole mostrano la loro anima più nascosta e Trieste non delude affatto, con una piazza Unità sfarzosa, che a primo impatto ricorda la Grand Place di Bruxelles, per poi spostarci su piazza della Borsa (adiacente a Piazza Unità) e soffermarci sul palazzo della borsa il cui perfetto stile neoclassico viene messo ulteriormente in risalto con le luci della notte insieme alla fontana di Nettuno, dove anche il dio del mare osserva la bellezza del palazzo. Poi prendiamo via Roma per giungere nuovamente sul Canal Grande di Trieste, per osservare i magnifici edifici illuminati che si specchiano sull’acqua, ma sopratutto per ammirare la Chiesa Parrocchiale Sant’Antonio Taumaturgo, anch’essa in perfetto stile neoclassico che lascia senza fiato, grazie alle grandi colonne ioniche e alla cupola sulla cima.
Trieste è una città viva, caotica, frenetica, dove la pietra narra dell’avvento dell’uomo, il mare ne ricorda le fortunate gesta e i palazzi ricordano quanto sia stata (e lo sia ancora) una città importantissima nella storia. Secondo me è una di quelle città che merita di essere vista (almeno) una volta nella vita, lasciandosi trasportare dalla storia ma anche dall’architettura che qui risplende come in pochi altri paesi. In poche parole: Trieste è bellissima.
Dettagli sul micro-appartamento e sui trasporti
Attraverso booking.com abbiamo trovato questo adorabile appartamento a €182 per 3 notti: casa Griot. Si tratta di un antico appartamento che i proprietari hanno diviso in 2 micro-appartamenti (ikea-friendly), sulle mie storie di Trieste salvate su Instagram trovate il tour completo dell’alloggio!
Per quanto riguarda i treni, da Venezia a Trieste abbiamo usufruito di Freccia Rossa diretto che ci è costato €18,90 a testa, con una durata totale del viaggio di 1 ora e 55 minuti.
Se si vogliono sfruttare i mezzi pubblici in città, Trieste ha un’ottima applicazione che permette l’acquisto online di biglietti singoli o giornalieri (con relativo QR code da mostrare ai controllori), si chiama myCicero e funziona anche per i parcheggi. I biglietti giornalieri costano €4,60 a testa e valgono su tutte le linee mentre un singolo viaggio costa €1,35. Per avere altre informazioni sui trasporti locali, il sito www.triestetrasporti.it è molto semplice e chiaro!
Curiosità su Trieste
- Il Molo Audace deve il suo nome ad un cacciatorpediniere, che fu il primo ad attraccare sul molo alla fine della Prima Guerra Mondiale; sulla punta del molo c’è ancora l’ancora originale della nave. Prima di allora chiamava molo San Carlo.
- I mori oggi presenti in piazza Unità non sono gli originali del 1876, ma una nuova copia che dal 2006 li ha sostituiti. Gli originali sono conservati all’interno del castello di San Giusto.
- Il primo insediamento umano si formò proprio sul colle San Giusto in epoca pre-romana, per essere poi conquistato dai romani intorno alla metà del I secolo a.C. Ai tempi la città era chiamata Tergeste.
- San Giusto, patrono della città, era un uomo di fede cristiana in epoca romana che fu condannato a morte proprio perchè non rinnegò mai la sua fede. Diocleziano lo fece gettare nel golfo di Trieste con dei pesi legati ai piedi, il suo corpo fu ritrovato il giorno seguente e fu seppellito proprio dove oggi sorge la Basilica; si festeggia il 3 novembre (data del ritrovo) e non il 2 novembre del 303 d.C (data del martirio).
- Il teatro romano ai tempi della sua costruzione dava sul mare.
#GattiErranti: avrò incontrato gatti in città?
Abbiamo avuto la fortuna di trovare questa meravigliosa gatta sul colle San Giusto….colle fortunato!
Da menzionare anche i gabbiani, onnipresenti durante tutto il viaggio, sempre propensi a mettersi in posa per noi!