contenuti articolo:
Villaggio Leumann a Collegno: un viaggio nel tempo lungo più di 100 anni
Percorrendo l’infinito corso Francia a Torino si attraversano altri due paesi, Collegno e Rivoli, ma non tutti sanno che si costeggia anche un complesso storico di incredibile valore: il Villaggio Leumann.
Si trova proprio a Collegno, a pochi km da Torino ed è visitabile sia con il supporto di guide che in solitaria (ma io consiglio assolutamente la prima opzione).
Noi ci siamo stati la prima domenica di novembre (2019), accompagnati dall’associazione Amici della scuola Leumann , che organizza visite guidate gratuite (ma con gradito contributo) la prima domenica di ogni mese; dopo l’avvento dell’emergenza sanitaria ovviamente le visite sono state sospese, ma riprenderanno il 5 di luglio!
Ora non starò a spoilerarvi l’intera visita, ma mi limiterò a raccontarvi la storia del luogo, per sottolineare l’unicità e la valenza storica di questo complesso, ready?
Il complesso industriale, destinato alla produzione tessile incentrata sul cotone (unico materiale esistente ai tempi), è stato costruito tra il 1892 e il 1912 per conto della famiglia Leumann. Furono impiegati gli agricoltori come operai e per convincerli a spostarsi dalle loro terre decisero di costruirgli questo villaggio, dandogli così un tetto sopra la testa, oltre a piccoli terreni per mantenere il contatto con la terra. I turni erano di 12 ore al giorno, dal lunedì al sabato (che oggi sembra un’assurdità, ma ai tempi era la norma), una scuola elementare istruiva i più piccoli, mentre gli uomini potevano distrarsi nella palestra o praticare sport quali pugilato, pallacanestro e pallavolo. Per le donne c’era “la scuola della buona massaia” nel convitto delle operaie, dove si imparava a cucire e rammendare, a cucinare e si davano nozioni di economia domestica. Le stanze erano proporzionate alla grandezza della famiglia ma normalmente erano formate da due grandi stanze: la zona giorno e quella per la notte, con una latrina a disposizione per ogni alloggio; con gli anni Leumann riuscì a portare l’acqua nel villaggio, costruendo l’acquedotto in modo che ogni appartamento potesse usufruirne. Eresse anche i bagni pubblici, con sei docce e una vasca a disposizione per gli uomini e altrettante per le donne (fu realizzata anche una fontana in ricordo dell’evento).
Napoleone Leumann è il visionario che sta dietro a tutto questo progetto, non ha mai vissuto fisicamente nel villaggio, ma tutti i giorni vi si presentava, attento alla salute e al benessere dei propri dipendenti. Estremamente ben voluto da tutti, Napoleone aveva lo sguardo talmente rivolto verso il futuro che costituì la prima forma di previdenza sociale, chiamata INA, dove tratteneva una piccola somma sulle buste paga, per poter sostenere gli operai quando si ammalavano o quando erano troppo anziani per lavorare (primissima forma pensionistica). Molto attento anche ai bisogni delle madri, istituì il primo asilo nido, in modo da poter consentire alle donne di continuare a lavorare. Anche la salute dei dipendenti non gli era indifferente, tanto da creare un ambulatorio medico per soccorrere gli infortunati e assistere i malati. Fece costruire anche una Chiesa in stile liberty, al cui interno, grazie alla guida dell’associazione, scoprirete tanti dettagli che rendono questa struttura ancora più unica e ricca di significato. Passeggiando per il villaggio, incontrerete anche una lapide raffigurante Napoleone (venuto a mancare nel 1930), donata dagli operai in suo onore in occasione dell’anniversario del 50 anni di nascita della fabbrica .
Oggi tutto il villaggio (divenuto ecomuseo alla fine degli anni 90 del ‘900) è abitato, ad eccezione di una struttura adibita a casa-museo, dove sono stati ricostruiti gli interni degli alloggi dei tempi, luogo assolutamente da non perdere! Alla fine della visita (che dura circa un’ora e mezza), l’associazione vi offrirà una merenda e voi potrete sedervi in una grande sala riflettendo su tutto quello che la guida vi ha raccontato mentre passeggiavate per le vie, osservando queste case in perfetto stato di conservazione, immaginandovi come fosse la vita ai tempi e che senso di comunità poteva creare questa realtà.
Il mondo è colmo di storia da raccontare, ma l’Italia è una sorpresa continua, ci fa viaggiare ed emozionare come nessun altro paese sa fare, un po’ come questo villaggio, che non ha risentito del passare degli anni, forte di una storia che doveva essere raccontata, forse per ricordarci di un modello di business funzionale e sopratutto umano, dove uno vale uno e tutti sono uguali.
Dettagli sulla visita
- L’industria tessile di Leumann nulla ha potuto con l’avvento del sintetico, che con gli anni l’ha portata alla chiusura. Nel 1972 infatti chiude la produzione tessile, ma sopravvive il reparto dedicato alla colorazione dei tessuti, insieme al rifinissaggio, chiusi poi nel 2007.
- Dopo la chiusura si pensò di vendere tutto per buttare giù e costruire palazzoni, ma fortunatamente il comune di Collegno decise di acquistare tutto per salvarlo, sfruttando i fondi dell’edilizia pubblica (DC) e adibendo gli stabili a case popolari.
- Tutt’oggi il villaggio è occupato da circa 250 persone, collocate in 125 alloggi.
- Il lato est è stato restaurato ed oggi ospita un piccolo outlet in espansione (ovviamente a tema abbigliamento).
Curiosità sul Villaggio Leumann
- Il grande corso Francia citato a inizio articolo non solo è il corso più lungo di Torino, ma è il corso rettilineo più lungo d’Europa, grazie ai suoi 11,75km.
- L’intero villaggio è stato disegnato e costruito dall’ingegner Pietro Fenoglio che ha voluto utilizzare lo stile Liberty.
- Nel villaggio c’era anche un negozietto di alimentari dove solo chi vi abitava poteva acquistare e per evitare che estranei approfittassero dei prezzi convenienti applicati, Leumann costituì una moneta che solo gli abitanti del complesso potevano usare.
#GattiErranti: avrò incontrato gatti?
Appena entrati nel villaggio siamo stati accolti da questo panterone, che ci ha fatto compagnia per qualche minuto…mantenendo le distanze ovviamente!