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Quando il design e la creatività si impossessano di te, è perchè sei a Eindhoven!
Eindhoven è una città smart, nonché sinonimo di innovazione, si trova nel sud dei Paesi Bassi ed è la quinta città più popolosa dello Stato. Qui non trovate mulini a vento o campi di tulipani, ma strutture all’avanguardia, edifici futuristici ed ecosostenibili, locali frutto di ingegno e idee nuove… tutto questo è Eindhoven, una delle città più innovative d’Europa, e noi ci troviamo proprio qui!
Arriviamo alle 9 con il treno da Amsterdam (un’ora e venti di treno per 21,60€ a testa) e, lasciati i bagagli nel nostro moderno hotel, iniziamo a visitare in punta di piedi questa dormiente città: è domenica mattina, tutti i negozi sono chiusi (aprono nel pomeriggio) e ci diamo la carica con un cappuccino bollente e un bagel nell’unico bar aperto in zona poi, con calma, iniziamo a passeggiare per il centro storico pedonale. Il nostro punto di riferimento sono le due alti torri appuntite (72m) della St. Catherine’s Church, la principale della città, che con lo stile neogotico che la rappresenta, la fa da padrona nel centro di Eindhoven. Riusciamo ad entrare prima della celebrazione della messa, veniamo circondati dal silenzio, dalla luce e dallo spazio: la Chiesa è enorme ed accogliente, sul nostro percorso grandi griglie verticali ci raccontano la sua storia e accompagnati dal suono dei nostri passi, la ammiriamo nel totale isolamento del momento. Non è una struttura fortunata, negli anni è stata distrutta o saccheggiata da chiunque, bruciata, rasa al suolo…ma in un modo o nell’altro, è ancora qui, fortemente aggrappata al suolo per raccontarci la sua storia.
Con la Chiesa alle nostre spalle possiamo prendere varie direzioni: a destra la via dei nostri sogni, Stratumseind che ospita 60 pub in 200 metri (mannaggia a noi che restiamo solo due giorni qui!), davanti a noi c’è la tenera Catharinaplein, una piazzetta in cui sorge un edificio giovane dedicato alla musica e al teatro, il Dynamo e l’ingresso a un centro commerciale che sembra piccolo, ma si rivela colossale! Alla sinistra della Chiesa invece c’è un lungo vicolo dedicato allo shopping in ogni sua forma, from cheapest to expensive. Qui tutto è scritto in inglese, quasi come fosse la lingua ufficiale, si parla più ai turisti che ai cittadini, e lo dimostrano dei grandi schermi incastonati tra le vie dello shopping in cui un turista può informarsi sugli eventi presenti in città.
Uscendo dal grande centro commerciale, ci troviamo nel cuore del Markt, la piazza del mercato più antica della città. Qui Eindhoven sembra lontana: le case antiche e folcloristiche, gli anziani sulle panchine che leggono, qualche banco che vende prodotti locali, bistrot che sanno di Parigi… poi noti due lampioni che si stringono fino a formare un cuore e ti ricordi di essere nella città più innovativa d’Olanda! Qui troviamo anche un posto molto economico dove pranzare, per poi ripartire (siamo al settimo giorno di viaggio e la stanchezza inizia a farsi sentire un po’).
Uno dei motivi principali per cui la città è conosciuta è la Philips, che qui fondò le sue radici, permettendo a Eindhoven di crescere e fiorire, come un tulipano luminoso.
Andiamo in Piazza (scritto proprio “piazza”), che è l’alter ego di piazza Markt, dove il classico non esiste (ad esclusione degli ex stabilimenti della Philips) e tutto sembra dominato da una “non legge” in cui ogni cosa è lecita e ben accetta! Parlo di ex stabilimenti della Philips perché nel 2002 l’azienda ha definitivamente trasferito la sede ad Amsterdam, lasciando Eindhoven con immensi spazi vuoti e tantissimi lavoratori disoccupati. Ed è da qui che la città è dovuta ripartire, e lo ha fatto in modo ammirevole: riutilizzando gli spazi vuoti (messi a disposizione a prezzi simbolici per aiutarli) aprendo hotel, locande uniche al mondo, negozi di design o magazzini che fungono anche da mostre e musei, puntando sempre più al turismo e al futuro, dando così nuova ninfa vitale al tulipano luminoso. A questo punto serve che la storia ci parli, così entriamo al Philips Museum, curiosamente custodito all’interno di una struttura high-tech di vetro e acciaio incastonata intorno ad un palazzo più antico, a cinque minuti a piedi dalla Piazza. La visita è emozionante: ci viene raccontata la storia della grande fabbrica fin dalle prime lampadine a incandescenza, agli esperimenti, per poi mostrarci i prodotti che tutti, bene o male, abbiamo avuto a casa nostra durante l’infanzia. Storia di un successo, ma anche di alcune crisi dovute all’evoluzione e allo stare al passo coi tempi, in ogni caso una storia molto ben raccontata in questo splendido museo, da non perdere assolutamente!
Se tornate in Piazza, affiancando il maestoso stabilimento della Philips, avrete già una prova tangente di ciò che vi raccontavo prima: troverete parrucchieri, mostre d’arte, negozi alimentari e anche una scuola e la biblioteca tra le bianche mura che un tempo ospitavano la fabbrica; ai miei occhi, l’idea più curiosa di tutte è stata quella dell’Inntel Hotel Art, uno splendido hotel quattro stelle in cui non c’è una camera uguale all’altra (e ne ha 230), se non è innovazione questa!
Per oggi decidiamo di concludere la visita della città, all’indomani ci aspettano molte altre sorprese! Ci concediamo qualche ora di relax nel nostro hotel (anche lui con un design pazzesco, tant’è che ci troviamo la doccia in camera, ma vi descrivo tutto nella sezione dettagli), poi usciamo diretti in un luogo che ci intriga tantissimo: il Down Town Gourmet Market, un luogo che in Olanda è normalità, ma per noi poveri stranieri è (per fortuna) una piacevole sorpresa! Trattasi di una sorta di mercato coperto (ma molto più raffinato) in cui ci sono vari stand dove si preparano piatti tipici di un paese; tutt’intorno agli stand ci sono sedie e tavoli con numeri sopra in cui potersi accomodare, recarsi agli stand per ordinare ciò che si desidera segnalando il numero di tavolo, accomodarsi e aspettare che la cena arrivi. Ovviamente non mancano gli stand dedicati alla birra per noi appassionati (qui si trovano molte birre trappiste olandesi e belghe, che prese alla spina sono un qualcosa di incredibile!). Ci gustiamo la nostra cena (qui trovate tutti i posti dove abbiam mangiato nel viaggio in Olanda) mentre ascoltiamo una famiglia che parla di Rotterdam e di quanto gli sia piaciuta, facendomi venire la pelle d’oca al ricordo della città che ho tanto amato e lasciato due giorni prima.
Il giorno seguente affittiamo le bici direttamente dall’hotel (pagando 15€ a testa), e partiamo più sprintosi che mai verso una struttura che si trova in periferia, a circa 10 minuti di bici dal centro (nel quartiere strip-s): l’Evoluon, una struttura fortemente voluta dalla famiglia Philips per ospitare il museo della scienza; costruito nel 1966, volle essere innovativo già nella forma, che ancora oggi sembra quella di un disco volante nello stile dei film in voga negli anni 60. Al suo interno il museo della scienza era un gioiello di tecnologia, uno dei primi ad essere interattivi, e questo portò moltissimi turisti nei primi anni. Turisti che si esaurirono col passare del tempo e che portarono al declino del museo che fu obbligato a chiudere. Oggi è un centro congressi. Finito di ammirare il bizzarro edificio, ci facciamo una pedalata nel piccolo parco adiacente, dove immortaliamo l’immagine di bambini che portano da mangiare alle anatre che qui vivono.
In meno di cinque minuti raggiungiamo la prossima meta: il Piet Hein Eek, un magazzino in cui si producono ed espongono oggettistiche di design e arredamento (in cui il legno la fa quasi sempre da padrone), mentre nei piani superiori si espongono temporaneamente opere di altri artisti/artigiani. I prezzi dei mobili sono, a dir poco, esorbitanti, ma questo ci fa capire quanto siano raffinati i palati olandesi quando si tratta di design.
A soli cinque minuti di bici, troviamo un altro colosso lasciato dalla Philips (che è chiamato Strip-s come il quartiere), in cui oggi si trova un po’ di tutto, ma dove il design la fa da padrona incontrastata! Potete perdervi in queste design factory dove si espone e vende di tutto, soprattutto usato, altra cosa a cui noi siamo poco abituati. Ne approfittiamo anche per pranzare e rilassarci tra un bagel e l’altro. Nella struttura di mattoni adiacente alla ex Philips, è stata da poco aperta una realtà simile al down town gourmet market, ma più grande e simile a un mercato, si chiama Vershal Het Veem, altro figlio dell’innovazione olandese, dove troviamo anche un banco italiano in cui organizzano corsi di cucina italiana per olandesi…perché diciamolo, su tante cose gli olandesi eccellono, ma il cibo non fa parte di questa lista.
Un acquazzone ci sorprende, obbligandoci ad affrontarlo in bici (cioè, un sogno d’infanzia realizzato), e che ci obbliga anche a tornare in hotel a cambiarci ed asciugarci. Quando smetto di tremare (sogno d’infanzia si, ma cavolo che freddo dopo!), usciamo per l’ultima cena a Eindhoven, che ahimè è anche l’ultima cena olandese: il giorno seguente, infatti, ci aspetta un treno che ci porterà a Bruxelles e al nostro volo per Torino. Ma ancora non sapevamo che Eindhoven ci aveva riservato una sorpresa che avrebbe reso indimenticabile questo viaggio.
Ci dirigiamo verso il simbolo della città: i flying pins, un’installazione del 2000 posta dietro alla stazione di Eindhoven che rappresenta una palla da bowling che colpisce dieci birilli gialli. L’opera arriva a raggiungere gli 8,5 metri di altezza. Il giallo dei birilli è stato scelto per dare un tono di vitalità anche nei giorni più grigi (qui purtroppo molto frequenti) e sono anche un richiamo ai narcisi. Dentro alla nera palla da bowling ci sono i buchi in cui ci si può infilare per le foto (momento turista in modalità on). Ma è proprio dietro all’istallazione che ci aspetta la nostra sorpresa: luci e musica alta attirano la nostra attenzione, e scopriamo che oggi è l’ultimo giorno del lunapark di Eindhoven! Non aspettatevi niente di simile alle feste di paese a cui siamo abituati noi! Qui c’è da perdersi! Il lunapark è immenso, pieno di giostre adrenaliniche che manco James Bond farebbe (e a me piacciono le attrazioni adrenaliniche, ma a questi olandesi piacciono cose un po’ troppo estreme, come una navicella sparata in cielo in un battito di ciglia), non mancano anche quelle per bambini (che però son vuote…saranno andati anche loro a farsi spedire nel cielo in 2 secondi?), bancarelle con ogni leccornia possibile (con la Nutella come eterna protagonista) e addirittura banchi in cui ti creano targhette o magliette personalizzate all’istante, per finire con la classica e mai scontata ruota panoramica, che ci siamo concessi insieme ad un’altra giostra che non sembrava così adrenalinica (avete presente l’attrazione dedicata a Kung-Fu Panda a Gardaland?) ma che a momenti mi scaraventava per terra (si, ma quante risate!).
E così, sopra la ruota panoramica, osserviamo Eindhoven, la città della luce (di nome e di fatto), darci il suo saluto, tra risate, colori, dolci, e soprattutto sorpresa, perché Eindhoven è soprattutto questo, una sorpresa continua in un mondo di luce.
Dettagli del viaggio
Abbiamo soggiornato al The Match Hotel, un luogo con un concept super moderno, dove ogni angolo ti stupisce, con camere insolite, dove solo il wc è chiuso in una stanza, mentre tutto il resto convive vicino al letto (doccia e lavandino compresi). Nella hall c’è anche una torretta in cui attraverso i pc si effettuano check-in e check-out in totale autonomia; dietro alla torretta c’è persino un minimarket in cui poter comprare snack, caffè, o addirittura cuocersi una pizza! Anche qui l’innovazione olandese ha lasciato il segno! Abbiamo speso 131€ per due notti esclusa la colazione (costa quasi 17€ a testa e ci sembrava eccessivo).
La nostra intenzione iniziale era dormire all’Inntel Hotel Art, ma i costi erano decisamente superiori rispetto al The Match, infatti una camera basica viene solitamente venduta intorno ai 128€ a notte!
L’ingresso al Philips Museum costa 9€ per gli adulti e 5€ per i bambini dai 6 ai 18 anni ed è chiuso il lunedì.
Se percorrete tutta Stratumseind (la via dei pub per intenderci), arrivate fino al Van Abbemuseum, il museo d’arte moderna, un altro imperdibile museo di Eindhoven (chiuso il lunedì), in cui tutta la follia e l’originalità olandese viene messa in primo piano! I biglietti costano 13€ per gli adulti, mentre l’ingresso è gratuito per i minori di 13 anni.
Curiosità su Eindhoven
Dentro una delle due splendide torri della St. Catherine Church è stato installato un carillon donato dalla Philips e realizzato dalla Bell che suona durante il giorno, ma non abbiamo capito se suona tutti i giorni nelle stesse ore o no, noi l’abbiamo sentito solo una volta a mezzogiorno.
#GattiErranti: avrò incontrato gatti qui?
…perché qui è tutto talmente tanto di design che anche i gatti se la tirano!