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Combattere la paura del volo
A volte basta un secondo, e le cose cambiano. Così è stato per me.
Non dico che abbia sempre apprezzato il volo, anzi, non mi ha mai entusiasmato l’idea, ma dalla mancanza di entusiasmo alla paura pura ce ne passa di acqua sotto i ponti. D’altronde noi non siamo esseri portati per il volo, altrimenti saremo stati predisposti per esso. La terra è il nostro habitat, e quando la lasciamo, non sempre il nostro cervello la prende bene. Così è successo a me, dopo circa 20 voli già alle spalle, all’improvviso il disagio si trasforma in paura. Il viaggio ha sempre vinto, non ho mai rinunciato a volare, ma gli attacchi di panico erano ormai compresi nel biglietto.
Così, quando ho saputo che a pochi km da casa stavano organizzando un corso sulla paura di volare ho pensato: cos’ho da perdere? 57€ …direi che è una cifra sacrificabile!
Come si è svolto il corso
Il corso, avvenuto il 29 maggio dalle 14 alle 18, è stato anche l’occasione per accedere al piccolo aeroporto di Levaldigi (Cuneo) in cui non ero mai stata. Talmente piccolo che con meno di 30 passi vai dal check-in alla pista di decollo, pratico!
Nell’auditorium ci aspettavano un ex pilota e una psicoterapeuta, che per 2 ore ci hanno illustrato caratteristiche degli aerei, cosa sono le turbolenze, livelli di sicurezza e altro ancora. Per un attimo mi son sentita a una seduta degli alcolisti anonimi. Intorno a me altre 20 persone, alcuni con lo sguardo scettico, altre con espressioni terrorizzate già solo per il fatto di trovarsi in un aeroporto.
Tra gli argomenti trattati ce ne sono due che ci tengo a riportare qui. Il primo (simpatico) riguarda la classifica dei mezzi di trasporto più sicuri al mondo. Gli aerei sono al secondo posto dopo scale mobili e ascensori…d’altronde sempre di mezzi di trasporto di massa si tratta no? Il secondo riguarda i livelli di sicurezza che sono venuti a innescarsi negli anni, man mano che incidenti, più o meno gravi, mettevano alla luce delle falle nel sistema. Oggi i livelli di sicurezza sono alle stelle. Tutti controllano tutto a suon di check, dalla cabina di pilotaggio fino alla torre di controllo e la pista di volo. Nulla è lasciato al caso, ogni azione è preceduta da un check, altrimenti non viene effettuata. Questo perchè noi siamo umani, e l’errore umano è sempre dietro l’angolo. L’unico modo per evitarlo è prevederlo, attraverso una rete di controllo che rasenta il maniacale. Se l’errore capita, grazie a questo sistema, viene trovato subito o in una delle fasi immediatamente successive del protocollo.
Gli aerei al loro interno hanno almeno un doppio per ogni strumento, tre se sono indispensabili per volare, e la tecnologia è talmente progredita che ormai gli aerei di oggi decollano e atterrano da soli (o quasi). L’ex pilota ha risposto a ogni domanda, e vi assicuro che erano tante, senza mai usare filtri o mezze parole. Sincero, perchè crede nel suo lavoro. Questa cosa mi ha molto rasserenata.
Dopo la teoria, siamo stati accompagnati direttamente al check in, per noi accedere alla pista di decollo, in attesa che atterrasse un Ryanar proveniente da Bari. Una volta osservato l’atterraggio perfetto del gigante di ferro, ci è stata data l’opportunità di salire sull’aereo vuoto, visitarne la cabina di pilotaggio e fare due chiacchiere con il comandante. Un ragazzo giovane, sicuramente più giovane di me, che mi ha detto una cosa che non dimenticherò mai: “lo scorso sabato anzichè uscire ho dovuto studiare per preparami all’esame. Ne abbiamo uno ogni 6 mesi. Ad ogni esame ci giochiamo la carriera, perchè se sbagliamo anche solo una manovra, non voliamo più. Però se tu vai in ospedale per farti operare non ti fermi a pensare che il chirurgo non viene messo sotto esame una tantum per verificare che sia idoneo. Se ti fidi di lui, perchè non devi fidarti di me?”
Di questo aspetto ce ne aveva parlato poco prima l’ex pilota. A Bergamo c’è il più grande e all’avanguardia simulatore di volo d’Europa, gestito dalla stessa compagnia che ha organizzato il corso, la DastyFly, dove tutti i piloti vengono messi sotto esame ogni 6 mesi, per verificare che siano aggiornati sui nuovi protocolli e che sappiano gestire situazioni critiche.
Dopo il tour interno dell’aereo, ci è stato illustrato il lavoro dello staff dell’aeroporto, così come quello dell’aiuto pilota, che fa controlli visivi intorno al mezzo per verificare che non ci siano ammaccature o altro che possa rendere il volo successivo pericoloso.
Torniamo in auditorium, e dopo una piccola pausa ci viene presentato un giovane ragazzo che lavora alla torre di controllo, e che ci spiega in cosa consiste il suo delicato lavoro, e quali protocolli di sicurezza deve seguire. Ad esempio, essendo un lavoro molto stressante e di responsabilità, si tende a cambiare attività ogni 2 ore, se non meno, in modo da rinfrescare la mente e, anche qui, scongiurare l’errore umano. Sopra le nostre teste c’è una vera e propria autostrada, e le torri di controllo vegliano costantemente gli aerei che sorvolano la loro area di riferimento, non lasciando mai i piloti realmente soli.
Il corso si conclude con domande finali, e dopo i dovuti ringraziamenti, veniamo invitati a salire su un aereo diretto a Roma…no scherzo! Veniamo però invitati a Bergamo per provare il simulatore, se riesco ci andrò così vi racconterò l’esperienza.
Conclusioni
La mia paura di volare è molto collegata con la poca fiducia verso il mezzo di trasporto (troppi film catastrofici a lungo andare hanno infierito) e ascoltare esperienze dirette di chi ha volato tutta la vita, o che ha fatto del volo la sua vita, mi ha molto rasserenata. Mi è inoltre maturato del fascino verso questo mestiere, che pare più un puzzle composto da mille pezzi, che non da una sola persona. Un’opera corale, dove tutti devono essere al top per garantire la performance, o in questo caso, la sicurezza.
Anche la presenza della psicoterapeuta si è rivelata ottimale, in quanto ci ha spiegato le dinamiche che possono portare a un attacco di panico e come scongiurarlo con piccoli escamotage. Pare che la paura di volare scaturisca soprattutto quando colleghiamo a un’esperienza di volo poco piacevole un evento traumatico o stressante che ci è successo poco prima. Il nostro cervello, per liberarsi del trauma/stress, lo collega alla paura del volo, di fatto mettendolo in un cassetto. La paura di volare però resta.
Molto presto metterò alla prova lo staff che ha tenuto il corso perchè, ancora prima di partecipare, ho acquistato i biglietti per un volo con destinazione….Praga! Finalmente si torna a viaggiare all’estero bellezze! E chissà che io torni a farlo più serenamente rispetto al passato. Vi terrò aggiornati!
In conclusione il mio feedback rispetto al corso è molto positivo, perchè in 4 ore sono riusciti a buttare giù molti muri con me, dandomi la possibilità di creare fiducia nella mia mente. Non è stato così per tutti però. Ho sentito molti partecipanti lamentarsi del fatto che avrebbero preferito una sorta di seduta psicologica di gruppo per affrontare il tema, convinti che la psicoterapeuta avesse avuto un ruolo troppo marginale durante il corso. Il problema è che ognuno percepisce la paura a modo suo, e quattro ore per comprendere e affrontare venti sfaccettature diverse di uno stesso problema, sarebbero state davvero troppo poche.