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Siamo in Valle Po, a pochi Km da noi scorre il fiume più lungo d’Italia che con i suoi 652km attraversa tutto il nord del nostro paese e proprio tra le montagne rocciose di questa vallata troviamo una testimonianza storica unica: Balma Boves.
Ma prima di raccontarvela, vi spiego come potete raggiungerla, avete ben tre possibilità:
- il percorso “strada”, partendo dal parcheggio del cimitero della frazione Rocchetta basterà seguire la strada asfaltata e le insegne, che in 35 minuti vi faranno arrivare a destinazione (è la via più semplice e quella che abbiamo scelto anche noi).
- il percorso “bosco” che in soli 25 minuti vi porta a destinazione. È un percorso di tipo escursionistico e l’ingresso è circa 1km prima dell’arrivo al cimitero di Rocchetta.
- il percorso “borgata Garzini”, sempre di tipo escursionistico, parte dalla frazione Mombracco e più precisamente dallo spiazzo dopo il ponte sul Po, vi porterà a Balma Boves in 40 minuti.
Come scritto sopra, noi abbiamo optato per la più semplice in quanto l’ultimo anno e mezzo ci ha un po’ messo fuori forma e non volevamo azzardare sentieri più complessi, ma la prossima volta ci faremo trovare più preparati!
Per questa speciale gita ho prenotato la visita guidata (la prenotazione è ancora obbligatoria per via delle norme anti-covid) che costa appena 4€, ma noi essendo tesserati del FAI da quest’anno, ne abbiamo pagati solo 3€. Veniamo accolti dal sorriso di Jessica e da una cascata che fa da porta, come un epico sipario naturale (anche se d’estate questa cascata tende a prosciugarsi, mentre nelle stagioni più fredde dà il meglio di sé!), sulla parete rocciosa troviamo una pittura rupestre, ma non siamo sicuri che sia originale e mi dimentico di chiederlo a Jessica, mentre sono accertate le incisioni rupestri presenti a Rocca La Casna, situato poco a nord da Balma Boves.
Sul sito storico ci sono una dozzina di persone presenti, ma nessuno di loro approfitta della visita guidata, limitandosi a osservare senza andare troppo in profondità della storia; questa cosa mi dispiace, si perdono l’occasione di aiutare il territorio e di conoscere nel profondo la storia di queste costruzioni… Peggio per loro, ora partiamo con la visita, come sempre non vi racconterò tutti i dettagli che la guida ci ha raccontato perchè mi piacerebbe andaste voi a scoprirli con i vostri occhi e orecchie!
Balma Boves è composta da tre abitazioni, una più piccolina e le altre due più ampia. Si hanno notizie della Balma già dalla preistoria ma è solo nel 1300 che viene menzionata per la prima volta dai monaci Benedettini dell’Abbazia di Staffarda (le ho dedicato un articolo qui). Intorno al 1700 vengono costruite le case che possiamo ammirare oggi che hanno la caratteristica di avere il tetto piatto, essendo protette da enormi rocce.
Nella prima casa ha abitato la famiglia Elne, che è stata l’ultima ad abbandonare Balma Boves nel 1961, quando il divario tra la loro vita e quella del paese si era fatto troppo ampio; Jessica vi racconterà tante storie di loro, grazie alla testimonianza di Giuseppe, membro della famiglia Elne che ha raccontato minuziosamente le sue giornate a Balma Boves. La chicca che più mi ha emozionato ispezionando la loro abitazione è un linimento originale dei tempi di cui è stato ritrovato il botticino, sull’etichetta è ancora leggibile il logo “Sloan“.
La casa è una sorta di quadrilocale, dove la prima stanza è la camera da letto, la seconda è la stalla, poi cantina e cucina. Il tetto inesistente faceva da casa al fieno, ma oggi pare un incantevole terrazzo con una vista invidiabile su Valle Po.
La seconda casa è stata costruita dalla famiglia Mairone, che ben presto si trovò ad ampliarla creandone una terza per ospitare altri membri della famiglia. Al piano terreno le stanze erano principalmente luoghi di ricovero per foglie e castagne, mentre il piano superiore era dedicato alla famiglia, con la cucina e le camere da letto. Salendo proprio al piano superiore possiamo ammirare un grande cortile dove, oltre al bagno moderno costruito dal comune di Sanfront, c’è un antico forno a legna utilizzato negli anni di vita della Balma, una testimone silente è la roccia sopra le nostre teste, nera come il carbone proprio a causa del forno. Entrando in quella che un tempo era una camera da letto, ammiriamo lo splendido lavoro fatto dal comune di Sanfront per preservare la casa ma allo stesso tempo renderla un Eco-Museo, mostrando oggetti di lavoro trovati sul posto e un documentario con gli abitanti dell’epoca che raccontano la loro storia (compreso Giuseppe).
Jessica ci ha fatti immedesimare molto bene nello stile di vita del posto, fatto di allevamento di capre e mucche, di essiccazione di castagne, l’alimento più mangiato insieme al formaggio e al latte, d’inverni caldi solo grazie al calore che proveniva dalla stalla e di lunghe passeggiate per raggiungere la scuola più vicina muniti di un pezzo di legno a testa per alimentare il fuoco del camino della scuola.
La vita semplice, che oggi più che mai ci pare lontana ma che da un punto di vista ci manca, perchè permetteva di percepire di più il contatto con la natura, di sentire il nostro cuore e non il frastuono che l’era della tecnologia e dell’innovazione ci ha portato.
Ringrazio con il cuore Jessica per tutto quello che ci ha dato in un’ora di visita guidata e ringrazio il comune di Sanfront per aver deciso di acquistare Balma Boves nel 2002 e consegnarla a noi in queste incredibili condizioni.
Dettagli
Balma Boves è aperta:
tutte le domeniche e i giorni festivi dal 2 maggio al 31 ottobre
tutti i sabati dal 12 giugno all’11 settembre
Orari: dalle 10 alle 18.30 (da maggio a settembre) e dalle 10 alle 17 a ottobre.
Inoltre è stata decisa un’apertura straordinaria dal 30 luglio al 30 agosto in cui Balma Boves sarà aperta anche dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18.30.
Le visite guidate partono ogni ora e come ho detto sopra costano 4€ a testa (intero), 3€ (ridotto) gratis per i minori di 6 anni. Mentre l’ingresso senza guida costa 1€.
Curiosità
La parola Balma deriva da “balva” che significa conchiglia, è utilizzato per indicare abitazioni costruite sotto delle rocce sporgenti.
Balma si trova sul monte Bracco che è stato citato da Leonardo Da Vinci nel 1511 quando, scrivendo a un suo allievo di Saluzzo, gli ricordò che gli aveva promesso la pietra di quarzite tipica del monte Bracco che ricorda molto il marmo.