Aquileia e Palmanova: patrimonio UNESCO del Friuli Venezia Giulia
Quando ho iniziato a organizzare il viaggio tra Venezia e Trieste, verso maggio del 2020, ho cercato città caratteristiche da scoprire, che uscissero un po’ dagli schemi rispetto a una Venezia o una Trieste conosciute a livello, oserei dire, mondiale; se siete interessati a queste due mete, qui trovate l’articolo dedicato a Venezia, scritto a quattro mani con Sabrina, una veneta DOC che conosce Venezia fino nei suoi angoli più segreti (su Instagram è @laviaggiatrice_lowcost), mentre qui vi lascio il collegamento per l’articolo dedicato a Trieste, una città che ho amato tantissimo…ma torniamo a noi!
Durante la ricerca mi sono imbattuta in Aquileia, città di epoca romana d’importanza assoluta nella nostra storia, i reperti archeologici ne sono un esempio lampante; poi ho visto delle fotografie fatte dall’alto di una città a forma di stella a nove punte e ne sono rimasta affascinata! Fu così che Aquileia e Palmanova entrarono nell’itinerario del viaggio, destinate a darmi forti emozioni e, ahimè, anche tante delusioni…pronti? Partiamo!
Aquileia
Che agosto sia un mese infernale in Italia è ormai risaputo, ma da un paio d’anni sta superando se stesso, tant’è che di Aquileia ricordo, purtroppo, soprattutto il caldo infernale che mi ha obbligata a sedermi a riprendere fiato ogni cinque minuti (vecchietti scansatevi). L’unica cosa che mi ha permesso di non collassare a terra è stata la bellezza inaspettata di questo splendido comune, che tra un colpo di caldo e una visione mistica, per un attimo mi ha fatto credere di essere a Roma!
I siti archeologici presenti ad Aquileia sono sterminati, tant’è che serve una cartina per esser certi di non dimenticarsi di qualcosa e in questo il comune era molto preparato! In giro per il paese infatti si trovano cartelli con la mappa e con un QR code per poterla visionare direttamente da smartphone: si tratta di una mappa parlante (QUI trovate il link) che ha ulteriormente impreziosito la nostra visita! La prima cosa che ammiriamo è l’incredibile Basilica di Aquileia (dedicata a Santa Maria Assunta) che domina in tutto e per tutto il paese, di fronte a lei la grande piazza Capitolo in cui sono state esposte opere artistiche molto curiose. La Basilica ha una storia pazzesca: risale ai primi anni del 300 d.C quando, grazie all’editto di Milano, vennero finalmente vietate le persecuzioni religiose e i cristiani potettero finalmente creare la loro prima Chiesa. Nei secoli la Basilica è stata ricostruita quattro volte, cambiando continuamente forma ma mantenendo sempre elementi della struttura precedente. Così oggi si presenta con un carattere unico, sfoggiando principalmente uno stile gotico–romanico. Nei primi anni del 900 è stato riportato alla luce il prezioso pavimento a mosaico (nelle curiosità vi lascio un dettaglio molto interessante circa questo pavimento). Sfortunatamente non ho foto di questo magnifico pavimento, in quanto siamo stati scoraggiati dalla lunga coda posta all’ingresso. Dietro alla Basilica c’è il Cimitero militare, altro luogo unico e senza tempo, pensate che è uno dei pochi originali rimasti in Italia, infatti dall’anno della sua creazione, nel 1915, non è mai stato modificato; da qui inoltre è partita la salma del Milite Ignoto nel 1921 trasportata fino all’Altare della Patria. Tra le croci in ferro che adornano le semplici tombe, opere monumentali e statue, il cimitero è un luogo che fa perdere l’orientamento per la sua unicità, inoltre se vi servissero altre ragioni per visitarlo, sappiate che l’ingresso è gratuito!
Finito il giro della Basilica e del cimitero, iniziamo l’itinerario dei siti archeologici utilizzando la comoda mappa parlante sullo smartphone, spoiler: sfortunatamente non riusciremo a visitarli tutti, un po’ a causa del caldo ma anche perchè alcuni erano chiusi per restauro. Sul nostro percorso troviamo siti di antiche dimore romane con favolosi pavimenti in mosaico conservati perfettamente (le domus dei fondi Cossar e Cal), i resti delle mura difensive, ma soprattutto il Foro romano, l’antico centro della città romana, oggi sito in una posizione decentrata rispetto all’attuale cuore del paese (servono circa 10 minuti a piedi per raggiungerlo e noi lo facciamo trascinandoci tipo bradipi). Il pavimento dell’enorme piazza risale al I sec. d.C. Di questo importantissimo centro oggi rimane solo la pavimentazione e delle incredibili colonne (che non hanno perso la loro imponenza), il resto è stato disgraziatamente distrutto tra il V e VII secolo.
Se avete avuto modo di visionare la mappa parlante che vi ho lasciato sopra, avrete sicuramente capito quanti siti storici sono presenti ad Aquileia, ed essendo un paese relativamente piccolo (attualmente ci abitano poco più di 3000 persone), è visitabile comodamente a piedi, a meno che non ci capitiate nel giorno più caldo di sempre, che potrebbe prosciugarvi le energie e lenire l’entusiasmo. Purtroppo è proprio quello che è successo a noi, abbiamo ancora provato a visitare la Domus di Tito Macro che era di strada dal Foro alla Basilica, ma sfortunatamente la troviamo chiusa per restauro. Invece dall’altra parte della strada rispetto ai >Fori, si possono trovare le Grandi Terme e il Teatro, ma le nostre gambe gridano pietà e decidiamo di fermarci nella piazza della Basilica in cerca di ristoro e di cibo.
Per pranzo ci ripariamo sotto il dehor del Bar Cjapitul che gode di una piacevole vista su piazza Capitolo, dove io mangio un piatto di gnocchi al pomodoro (il tipico piatto fresco estivo) e fra un piatto di affettati. Ormai sono le 14, è tempo di recarci alla fermata del pullman per andare a Palmanova. Durante l’attesa (infinita) ci sciogliamo definitivamente e il conducente del pullman deve venire a raccoglierci con un cucchiaino, ma grazie all’aria condizionata riassumiamo la nostra forma solida, prossima meta: Palmanova.
Palmanova
Faccio una piccola parentesi per raccontavi la sua storia: Palmanova ha origini molto più recenti rispetto ad Aquileia (risale infatti al 1593) e fu costruita dai veneziani come fortezza difensiva per difendersi dagli attacchi ottomani. Circa 200 anni dopo fu poi sottratta ai veneziani da Napoleone Bonaparte, che conseguentemente la annesse all’Impero austriaco. Durante le guerre mondiali fu un importante centro di addestramento truppe, mentre alla fine della seconda guerra mondiale divenne un centro di repressione antipartigiano. Nel 1960 il Presidente della Repubblica dichiarò Palmanova monumento nazionale. Ma torniamo sul pullman.
C’è una piacevole mezz’ora di strada da fare per raggiungere Palmanova da Aquileia, tempo perfetto per riprendere le energie e bere tutto quello che abbiamo sudato nell’arco della mattinata, l’arrivo a Palmanova ha un non so che di epico: un grande cartello di ferro ci dice che siamo arrivati, le immense porte con le alte mura ce lo confermano, il pullman si inoltra dentro al paese e noi restiamo incantati da….il nulla! Non so bene cosa mi aspettassi da Palmanova, forse meno “normalità“, fatto sta che ci aggiriamo confusi tra le vie del paese, fino a quando raggiungiamo la titanica piazza principale (che giustamente si chiama piazza Grande, o anche piazza d’Armi) e qui restiamo stupefatti da tutto tranne la normalità!
La piazza è stata costruita nel 600 e ha un’insolita forma esagonale. Al centro della piazza c’è un importante basamento in pietra d’Istria con uno stendardo che sottolinea ulteriormente la natura militare di questo luogo e intorno a lui si affacciano edifici storici veneziani di una bellezza immonda: il Duomo Dogale, la Loggia della Gran Guardia, il palazzo del Monte di Pietà e il palazzo del Governatore delle armi. Palmanova è come una grande ragnatela, le sei strade principali portano inesorabilmente a questa piazza e sui lati di ogni strada ci sono delle statue che ti danno il benvenuto: esse rappresentano gli 11 provveditori generali che ressero la fortezza negli anni.
Essendo appunto Palmanova una fortezza, ci rechiamo (sempre con agile passo bradipante) verso le imponenti mura per visitarla (una barista mi ha infatti detto che è possibile passeggiare sopra le mura, un po’ come succede a Lucca). La delusione ci coglie quando notiamo che le mura sono occupate dalla vegetazione che ormai impedisce ogni passaggio…e se non fosse per lei, ci penserebbero i cancelli chiusi ad impedirci il passaggio. Proviamo con un’altra porta ma il risultato è lo stesso al che, spossati e delusi, decidiamo di uscire dalle mura, visitare ancora l’acquedotto veneziano e dirigerci alla stazione dei treni, posta a circa 15 minuti a piedi dalle mura.
L’acquedotto è sicuramente la cosa più bella vista dopo piazza Grande, mantenuto in splendide condizioni ma in generale Palmanova ci ha profondamente delusi, complice lo stato attuale delle mura, lasciate palesemente a se stesse. La piazza invece è davvero magnifica, ma essendo completamente pavimentata, è un forno a cielo aperto d’estate e resistere al calore che sale dai piedi è stato per me, quasi impossibile! Ci ha sollevati sapere pochi mesi fa che sono stati stanziati dei fondi per il recupero delle mura (circa 2 milioni di euro), per cui spero tra qualche anno di poter tornare a Palmanova per restare incantata dalla sua ritrovata bellezza.
Non mi stancherò mai di dire quanto il nostro paese sia un pozzo senza fondo di emozioni e soprattutto di storia, e mentre sono qui che scrivo questo articolo ascoltando musica strumentale epica, realizzo ulteriormente quanto questo sia vero e quanto queste città abbiano bisogno di sopravvivere per poterci meglio raccontare la storia, farcela toccare e vivere fino in fondo.
Dettagli
Per raggiungere Aquileia siamo partiti da Trieste, prendendo il treno prima (scendendo alla stazione Cervignano- Aquileia- Grado pagando il biglietto €5 a testa) e un pullman dopo, preso proprio di fronte alla stazione (a fianco alla stazione c’è un tabaccaio che vende i biglietti dedicati).
- il biglietto E02 copre dai 4 ai 9km e l’abbiamo sfruttato per fare dalla stazione al centro di Aquileia (costo €1,65).
- il biglietto E04 copre dai 14 ai 20km e l’abbiamo usato da Aquileia a Palmanova (costo €2,95). Per visionare tutte le tariffe vi basta visitare il sito tplfvg.it/it/le-tariffe/biglietti/
Se siete dalle parti di Aquileia e Palmanova e avete più di un giorno di tempo, vi consiglio di visitare anche Grado, piccola cittadina lagunare chiamata anche “la prima Venezia” per la sua somiglianza alla Serenissima.
Curiosità
Aquileia è stato uno dei principali centri di diffusione del Cristianesimo in Europa.
Il pavimento a mosaico scoperto nella Basilica di Aquileia è un mosaico da record: esso infatti è il più esteso mosaico paleocristiano del mondo occidentale con i suoi 760m².
Palmanova ha tre grandi porte che permettono l’ingresso tra le mura: Porta Udine, Porta Cividale (entrambe costruite nei primi anni del 1600) e porta Aquileia (la porta più antica, risale al 1598). Porta Udine è dove potete trovare l’acquedotto, oltre alle due grandi ruote che permettevano l’apertura del ponte levatoio (sono originali del 1600).
#GATTIERRANTI
Purtroppo il regno felino non si è rivelato, quindi vi lascio in compagni di sua maestà La Lupa Capitolina!